Oculus Rift trasforma le espressioni facciali in un avatar

Cosa ha spinto Facebook ad acquisire Oculus nel non lontano Marzo 2014? Può essere una domanda da 2 miliardi di dollari, ma le prime applicazioni del noto visore virtuale cominciano a venir fuori dalla zona invalicabile del segreto industriale.

Ricercatori della University of South California, in collaborazione con il colosso di Mark Zuckerberg, hanno sviluppato un sistema in grado di tracciare le espressione facciali di un essere umano, in modo da poter essere rappresentate quasi istantaneamente da un avatar, il nostro alter-ego virtuale. Il prototipo si basa sul visore Oculus Rift DK2 e su una videocamera Intel RealSense 3d, puntata verso l’obiettivo da rappresentare: in tal modo si acquisiranno le espressioni facciali non coperte dal visore, mentre le zone coperte da quest’ultimo, fase critica del progetto, sono risolte utilizzando un’ulteriore tecnologia.

Attraverso una serie di sensori in grado di rilevare i movimenti facciali installati ai bordi del visore stesso, i dati vengono successivamente elaborati attraverso un software FACS (Facial Action Coding System) per poi essere uniti con quelli provenienti dall’obiettivo della videocamera Intel.

Il risultato è più che soddisfacente, con un ritardo di circa 8ms per elaborare l’intero processo dalla realtà.

L’applicazione più adatta per questo sistema sarà sicuramente nel mondo dei videogiochi di ruolo, in cui i giocatori stessi potranno comunicare i propri stati d’animo ad altri, facendo a meno delle emoticon e rispecchiando il nostro linguaggio naturale, costituito soprattutto dalle espressioni del nostro volto.

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