Apple potrebbe collezionare parte del DNA per un futuro programma di ricerca

Sono passati ormai 15 anni da quando siamo stati in grado di riuscire a mappare il nostro intero DNA: da allora ad oggi conoscere “il contenitore” di ciò che siamo ha aiutato a trovare la cura ad alcune malattie e a dare una svolta in alcuni ambiti di ricerca. Nonostante ciò c’è ancora tanto cammino da fare e per questo Apple si è offerta di partecipare alla raccolta di campioni di DNA attraverso il proprio ResearchKit insieme ad un gruppo di ricerca capitanato Google e dal governo statunitense.

Con ResearchKit Apple avrebbe intenzione di selezionare alcuni utenti da far partecipare ad alcuni studi clinici: in particolare, fonti del MIT dichiarano che l’azienda di Cupertino ha attualmente pianificato l’inizio di due progetti di ricerca sia alla University of California sia al Mount Sinai Hospital di New York. In questo modo i partecipanti daranno la disponibilità a cedere il proprio DNA, che sarà immagazzinato in una piattaforma cloud a disposizione di tutti gli scienziati che parteciperanno ai programmi di ricerca.

Apple potrà entrare in primo piano in questo campo, sfruttando i propri device per questo scopo (iPhone in primis), campo attualmente di nicchia ma che a lungo termine potrà divenire molto remunerativo: basti pensare come l’applicazione del DNA non sarà soltanto limitata al campo clinico e di ricerca, ma potrebbe aprire nuove frontiere per scopi inerenti al commercio.

Arriverà l’ennesimo scontro con la privacy, anche se l’azienda della Grande Mela ha ribadito che verrà garantita? Ai posteri l’ardua sentenza.

0 Shares:
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbero Interessarti
Leggi

Nuovo decreto su diritti TV e internet che riguarderà YouTube

Sembra ormai quasi ufficiale che presto le regole sul diritto d’autore cambieranno. Il nuovo Decreto Romani su TV e internet presentato durante il periodo natalizio dal governo, prevederà sanzioni per chi carica in rete spezzoni di partite, programmi televisivi o di film.Il decreto metterà sullo stesso piano la TV classica con quella via web. Al garante delle Comunicazioni sarà affidato l’arduo compito di supervisionare il rispetto delle nuove regole per tutti i siti di videosharing.