Tutte le novità dal Google I/O 2015 e non solo

Il tanto atteso Google I/O 2015 è giunto al termine ed è arrivato il momento di tirare le somme su questo importante evento. Tante novità sono state annunciate nel corso di questi giorni e ora ve ne parleremo analizzandole una per una.

Cominciamo con l’annuncio ufficiale della nuova versione del sistema operativo Android, ovvero Android M. Sono state fatte tante ipotesi circa il nome completo di questa nuova versione, quali ad esempio Muffin o Marshmallow, e tuttora ancora non è stato rivelato niente in merito; tuttavia, nel corso della conferenza, un particolare ha attirato l’attenzione di molti spettatori.

Quando Dave Burk (Vice President Engineering di Google) è salito sul palco per parlare della nuova release Android M, al polso portava uno smartwatch il cui display è rimasto acceso per tutto il tempo. Potrebbe sembrare un dettaglio inutile, se non fosse che questo mostrava l’immagine di una sorta di frullato, quello che in inglese viene chiamato Milkshake. È molto probabile, dunque, che sarà proprio questo il nome prescelto, il quale si accoda alla tradizione di usare nomi di dolci per le versioni del robottino verde.

Differente è il discorso per il nome interno di Google M che risulta essere Macadamia Nut Cookie, un biscotto australiano con noci macadamia che potete vedere nella foto sottostante. Già in passato Google ha usato nomi diversi per le versioni interne e pubbliche di Android, come accaduto per KitKat e Lollipop rispettivamente chiamati Key Lime Pie e Lemon Meringue Pie.

Macadamia Nut Cookie

Passiamo ora ad Android Pay, il nuovo metodo di pagamento da mobile che renderà gli acquisti semplici e sicuri sia nei punti vendita che nelle applicazioni. Questa funzionalità sarà supportata da tutti i dispositivi a partire dalla versione Android 4.4 KitKat e sfrutterà la tecnologia NFC (Near Field Communication). Grazie agli accordi raggiunti da Google, quando Android Pay verrà rilasciata sarà accettata da oltre 700.000 attività commerciali negli Stati Uniti e in più di 1000 applicazioni; inoltre sarà preinstallata nei dispositivi dei principali operatori americani.

Per garantire la sicurezza di questo servizio, quando verrà effettuato un pagamento non verrà mostrato il numero della carta di credito, ma si utilizzerà un numero di conto virtuale. Si potrà anche sfruttare il supporto alla lettura delle impronte digitali, il quale verrà implementato nativamente su Android M e le cui API saranno disponibili per tutti gli sviluppatori e le loro app.

Android Pay

Come già vi annunciammo prima della conferenza, con Android M verrà introdotto un nuovo sistema di gestione dei permessi, che consentirà agli utenti di gestire separatamente le varie opzioni. Grazie ad un apposito menu presente nelle applicazioni, infatti, sarà possibile disabilitare alcuni permessi piuttosto che altri e le impostazioni prescelte si potranno cambiare in qualsiasi momento.

Inoltre, la richiesta per poter sfruttare una determinata componente verrà effettuata quando essa verrà utilizzata per la prima volta e non durante l’installazione. Nel corso del Google I/O è stato mostrato un esempio con WhatsApp, il quale chiedeva di poter utilizzare il microfono nel momento in cui si tentava di inviare un messaggio vocale. I permessi che sarà possibile gestire si dividono in otto gruppi principali: localizzazione, fotocamera, microfono, contatti, telefono, SMS, calendario e sensori. Infine, selezionando una componente specifica, verranno visualizzate tutte le app che vi hanno accesso.

App Permissions

 Novità in arrivo anche per l’Internet delle cose con l’annuncio di Brillo, un nuovo sistema operativo che deriva da Android e che consentirà di comunicare facilmente con le tecnologie intelligenti presenti nella vita di tutti i giorni, quali ad esempio il riscaldamento, la chiusura delle porte e cose di questo genere. Brillo possiede requisiti hardware base e grazie ad un protocollo chiamato Weave, darà la capacità ai dispositivi Android di cercare e collegarsi automaticamente con queste apparecchiature. Anche gli sviluppatori avranno l’opportunità di sfruttare questa funzionalità nelle loro applicazioni, grazie ad una serie di API che saranno messe a loro disposizione.

Google Brillo

Nuove informazioni anche per Android One, il progetto destinato principalmente ai paesi in via di sviluppo. Il caricamento delle pagine Web, infatti, riceverà presto un notevole aggiornamento che aggiungerà una versione leggera delle stesse per le connessioni più lente. Grazie a questa novità si potrà consultare Internet 4 volte più velocemente e risparmiare dati fino a un massimo di 80 MB. In contemporanea verrà rilasciato anche un indicatore di qualità del network che analizzerà automaticamente la connessione per attivare o meno la versione leggera delle pagine Web

Ma le novità non finiscono qui poiché Google ha annunciato l’introduzione di alcuni servizi offline, in particolare YouTube e Maps. YouTube offline permetterà di scaricare i video mentre si è connessi dopodiché questi saranno disponibili sul proprio dispositivo per un totale di 48 ore. Una volta scaduto questo intervallo di tempo, i video verranno eliminati al fine di liberare la memoria. Per quanto riguarda Maps offline, invece, darà la possibilità di sfruttare le mappe di Google in qualsiasi momento, a patto di aver precedentemente scaricato i dati dell’area interessata.

 Ovviamente non potevano mancare le novità per il Google Play Store, che interesseranno sia le famiglie che gli sviluppatori. Iniziamo con l’introduzione della classificazione PEGI, già visibile utilizzando la pagina Web dello Store, che permetterà ai genitori di visualizzare subito i contenuti adatti ai proprio figli. Inoltre, tramite il pulsante “famiglia” si potrà scegliere la fascia d’età e gli interessi del bambino e i contenuti potranno essere cercati in base ad un personaggio preferito.

Sul lato sviluppatori, invece, sono 3 le principali novità da segnalare. La prima riguarda l’introduzione della doppia categoria per le app, che consentirà di specificare meglio il tipo di applicazione che si offre all’utenza. La seconda riguarda la veste grafica delle app con l’arrivo dell’A/B Testing. Questo strumento permetterà agli sviluppatori di pubblicare due versioni distinte della stessa pagina Web, le quali verranno distribuite casualmente tra gli utenti che potranno comunicare la loro opinione. In questo modo sarà semplice scegliere gli elementi più apprezzati ed utilizzarli di conseguenza.

La terza ed ultima novità si chiamerà Cloud Test Lab ed informerà gli sviluppatori circa tutti i dispositivi su cui le app danno problemi, dando anche la possibilità di visualizzarli. Basterà, infatti, caricare l’applicazione sul servizio che inizierà a sfruttare le funzioni offerte dal prodotto, generando gli eventuali errori che saranno anche accompagnati da un video dimostrativo.

Cloud Test Lab

L’ultimo argomento di cui dovremmo parlarvi è Google Foto, ma c’è molto da dire a riguardo e abbiamo deciso di dedicargli un articolo a parte, quindi restate con noi per saperne di più in merito.

Queste sono tutte le novità presentate al Google I/O 2015 e nei giorni successivi. Quali sono le vostre opinioni sul futuro di Google?

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