Google svela Chrome OS: tutte le caratteristiche del nuovo sistema operativo di Mountain View

Google Chrome OS

Google Chrome OS

Finalmente ci siamo, dopo una lunga attesa e un incessante rincorrersi di indiscrezioni, Google ha tolto i veli al famigerato Chrome OS. Nella giornata di ieri, infatti, si è svolto a San Francisco un importante evento in cui Google ha mostrato a tutti quello che costituisce uno dei suoi pezzi più pregiati per il futuro (e non solo). Se l’evento ha in parte confermato molte delle indicazioni già in nostro possesso, molte sono le novità all’orizzonte per questo particolarissimo sistema operativo che, ricordiamolo, opera in ambiente cloud. Cerchiamo di fare ordine sulle informazioni rilasciate ieri.

Per la prima volta è stato mostrato il sistema operativo in azione, e fin da subito il nuovo OS ha mostrato cosa è capace di fare. Il primo elemento su cui punterà sarà senza dubbio la velocità, e ciò risulta evidente fin dalla fase di login: durante la prova live, il tempo necessario per il primo avvio (e relativa configurazione) è stato di circa 1 minuto, un tempo che dovrebbe ridursi a qualche decina di secondi per i futuri avvii. Proprio come per i classici sistemi operativi, è possibile accedere al sistema con diversi account dalla stessa macchina (ricordiamo che stiamo parlando di account Google). Comoda la possibilità di effettuare il login come “guest“: in tal caso, verrà aperta una sessione “Incognito” del browser/sistema che da un lato impedirà all’utente di accedere a qualsiasi file, e dall’altro cancellerà il contenuto della sessione non appena essa verrà chiusa (cosicché di essa non rimarrà alcuna traccia).

Come già sapevamo, invece, il sistema operativo avrà come base il browser di casa, Google Chrome, potenziato per l’occasione. Esso è del tutto simile alla versione che siamo abituati ad utilizzare ogni giorno, con i vari tab e la barra di navigazione in alto, ma offrirà in più la possibilità di eseguire applicazioni web direttamente nei vari tab (anche in full screen). Probabilmente vi starete chiedendo dove reperire tali applicazioni: la risposta è costituita dal Chrome Web Store. Su questa nuova piattaforma saranno presenti tutta una serie di applicazioni (alcune gratuite, altre a pagamento) che dovrebbero consentirci di svolgere qualsiasi tipo di attività, dall’entertaining all’office work; sembra che l’installazione delle applicazioni sia legata all’account, in questo modo dovremmo poterle utilizzare su qualunque macchina . Per visualizzare le applicazioni installate, basterà aprire un nuovo tab e vi troveremo proprio le nostre applicazioni; da segnalare, infine, che sia le app che il sistema operativo si aggiorneranno automaticamente all’ultima release disponibile (funzione che, tuttavia, non sembra al momento disattivabile).

Essendo concepito come sistema cloud, appare evidente l’importanza rivestita dal poter accedere alla rete nel modo più agevole possibile. Proprio a tal scopo, Google ha deciso di imporre alcuni requisiti standard alle case produttrici, in particolare tutti i dispositivi “Chrome-based” dovranno montare un modulo UMTS ed essere dotati di connessione Wi-Fi. Sarà inoltre possibile scegliere se connettersi tramite UMTS o Wi-Fi grazie ad un apposito menù (facilmente raggiungibile ed utilizzabile). E se non avremo a disposizione una connessione alla rete? Google ha pensato anche a questo. Infatti, i vari dispositivi saranno comunque dotati di una memoria interna che verrà utilizzata per immagazzinare tutti i dati basilari della cloud in una sorta di “cache”; precisiamo che si tratta di una “installazione temporanea” (le applicazioni vengono normalmente eseguite via web). Quando ci connetteremo di nuovo alla rete, tutte le modifiche apportate offline verranno sincronizzate con l’ambiente cloud. Del resto, si potranno scegliere i contenuti da sincronizzare (applicazioni, preferiti, estensioni) così da averli disponibili su qualunque macchina dotata del sistema operativo, semplicemente effettuando il login.

Uno degli aspetti innovativi delle nuove tecnologie cloud è costituita dalla sicurezza, altro aspetto che a Mountain View hanno ben pensato di non trascurare. Oltre ai già citati aggiornamenti automatici, la protezione verrà garantita da altre due funzionalità: il “Sandbox” e il “Verified Boot“. Per prima cosa, ogni tab aperto verrà gestito autonomamente in una propria “sandbox”, ovvero in un’area indipendente dalle altre: di conseguenza, qualsiasi software dannoso rimarrà limitato a quella particolare sandbox senza intaccare né gli altri tab né il resto del sistema. In aggiunta, a ogni avvio il sistema farà un controllo per cercare eventuali settori corrotti: nel caso di esito positivo, provvederà ad effettuare un ripristino dall’ultimo backup funzionante; nel caso in cui non ne siano presenti sulla macchina in uso, potremo scaricarne uno direttamente via web. Tutti i contenuti saranno comunque criptati di default, il che costituirà un’ulteriore strumento di protezione contro malintenzionati.

Le innovazioni non si fermano qui. Sembra confermata infatti il cosiddetto “Cloud Printing“, la “stampa volatile” che consiste nell’invio automatico dei dati da stampare direttamente al server web il quale si occuperà a sua volta di reinviare i dati corretti alla stampante interessata, senza doverci preoccupare di driver o altro. Ovviamente, anche il browser in sé ha subito numerosi fix e miglioramenti, specialmente per quanto riguarda le animazioni in 3D (nel corso della prova live Chrome è arrivato a visualizzare in 3D fino a 1000 pesci e alcuni modelli del corpo umano interattivi).

Insomma, molta carne al fuoco, ma sicuramente ancora lontana dalla cottura. La stessa Google ha ammesso di essere ancora al lavoro sulla propria creatura, la quale tra le mancanze annovera il supporto non ancora completo delle periferiche USB. Di conseguenza, si dovrà attendere almeno fino alla metà del prossimo anno per vedere in commercio dei netbook dotati di Chrome OS. Google ha portato all’evento persino un prototipo di netbook che sarà prodotto in pochi esemplari e che sarà destinato esclusivamente agli sviluppatori e ai tester (ce ne occuperemo brevemente in un prossimo articolo). Di seguito trovate un video dimostrativo del sistema, ma sul canale ufficiale potete trovarne molti altri:

Chiudo questo focus con qualche considerazione personale. Non posso negare di essere incuriosito dal nuovo sistema di Google, così diverso nel panorama attuale per la sua stessa natura cloud, ma permane qualche punto interrogativo. Il mio primo (ma forte) dubbio riguarda la forte dipendenza dal web, fattore che nel nostro paese non offre al momento grandi prospettive: recenti stime ci danno dietro a paesi come Romania e Cipro, e non ho idea di quali potrebbero essere le tariffe applicate dai gestori italiani per dispositivi che necessiterebbero di rimanere sempre connessi al web (per non parlare della velocità di navigazione offerta). E poi, il tutto si basa esclusivamente sull’ecosistema “Chrome”, il che è preoccupante dal lato applicazioni: ricordate che saremo comunque vincolati allo Store e alle app presenti al suo interno, senza poterne installare di proprie. Ad ogni modo, la strada è ancora lunga prima del rilascio ufficiale ed è presto per trarre conclusioni. E voi, invece, cosa ne pensate di questo Chrome OS? Quali sono le vostre impressioni?

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